San Pietro

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La storia di un luogo dalla terra al cielo

Un racconto cronologico “a dieci mani” dalla tomba del principe degli apostoli alla realizzazione della più grande basilica della cristianità

a cura di Alessandro Locchi, Simona Fanini, Daniele Pastorini, Alberto Tagliaferri, Silvia De Angelis

Non si può negare che, per chiunque venga a Roma, la basilica di San Pietro sia uno dei luoghi assolutamente imperdibili. Ma dei molti milioni di visitatori che ogni anno visitano la chiesa, pochi sanno che quell’edificio è il risultato di trasformazioni millenarie e che senza la sepoltura dell’apostolo Pietro nell’Ager Vaticanus, non sarebbe sorta la primitiva basilica ad opera dell’imperatore Costantino, poi sostituita da quella attuale, dominata dalla mirabile cupola di Michelangelo, uno degli elementi più iconici della Città Eterna. Un vero percorso dalla terra al cielo dunque, dalla sepoltura dell’Apostolo alla sommità del “Cuppolone”, un racconto cronologico in cinque lezioni – o se preferite a “dieci mani” – perché ogni incontro sarà curato da un diverso relatore dell’oramai consolidato gruppo di Mirabilia Urbis. Nel corso delle lezioni entreremo nel dettaglio di aspetti noti e meno noti della basilica, per approfondire la conoscenza di un tempio che non è solo un inimitabile scrigno di capolavori, ma un luogo intriso di storia e profondi significati simbolici e religiosi.

San Pietro: La storia di un luogo, dalla terra al cielo

5 incontri in aula della durata di 3 ore ciascuno

Calendario degli incontri

GIOVEDÌ 16 FEBBRAIO

Il territorio del Vaticano nell’antichità
a cura di Alessandro Locchi

Grazie alla testimonianza degli autori antichi e a singoli monumenti di una certa rilevanza, è possibile ricostruire, con buon approssimazione, l’evoluzione e le caratteristiche nell’antichità classica della zona oggi dominata dalla cupola michelangiolesca. Inizialmente posto sotto il controllo degli Etruschi, il territorio in questione passerà nella sfera d’influenza dei Romani agli albori del IV secolo a.C. Solo a cominciare dall’età imperiale, però, il Vaticano assumerà una fisionomia più articolata: impreziosito dalla presenza di ricchi giardini (di proprietà di Agrippina Maggiore, madre dell’imperatore Caligola), di grandi edifici di spettacolo e di luoghi di culto, esso appare inoltre interessato dal passaggio di antiche arterie stradali (la Cornelia, la Trionfale) ai margini delle quali si estenderanno vaste aree di necropoli. È in questo scenario che verrà ad inserirsi la componente cristiana: come riferisce lo storico Tacito, colpiti dalla persecuzione di Nerone (64 d.C.), i seguaci della nuova religione subiranno il martirio all’interno della proprietà imperiale e tra le vittime va annoverato anche l’Apostolo Pietro, la cui semplice sepoltura sul colle Vaticano (una fossa terragna) sarà, assai presto, meta di visite e oggetto di interventi di sistemazione e di valorizzazione, in particolare negli anni centrali del II secolo d.C.

GIOVEDÌ 23 FEBBRAIO

Dalla nascita della basilica di San Pietro alla “Civitas Leonina”
a cura di Simona Fanini

La genesi della basilica di San Piero è legata alla figura dell’imperatore Costantino, il quale volle realizzare a tutti i costi una basilica sul corpo dell’Apostolo, al punto da far spianare una parte della collina del Vaticano, per porre il presbiterio sul venerato Trofeo di Gaio. La nascita della basilica cambierà la storia dell’urbanistica di Roma, il cui sviluppo era fino ad allora avvenuto esclusivamente sulla sponda sinistra del Tevere. L’Urbe, in particolare dopo le guerre greco-gotiche, diventerà luogo di pellegrinaggio ad veneranda limina Apostolorum e ciò, oltre alle innumerevoli trasformazioni che la chiesa subirà nel corso dei secoli, porterà al nascere di molti edifici annessi, nucleo iniziale del futuro rione Borgo; un’area così importante e strategica da divenire oggetto del sacco saraceno dell’846, quello che spinse poi il pontefice Leone IV a intraprendere un’opera difensiva intorno all’Ager Vaticanus, creando la Civitas Leonina.

GIOVEDÌ 2 MARZO 

La basilica di San Pietro in età medievale
a cura di Daniele Pastorini

La fase tardomedievale che prelude alla distruzione della basilica costantiniana sarà oggetto degli interventi di numerosi pontefici che, con opere volte a rinnovare e ampliare l’apparato iconografico, esprimeranno un messaggio mirato a ribadire la propria supremazia e, con essa, quella della Chiesa di Roma. In molti casi le testimonianze degli interventi decorativi realizzati tra il IX e il XVI secolo che analizzeremo ci sono pervenute quasi esclusivamente attraverso la documentazione che Onofrio Panvinio, Tiberio Alfarano e Giacomo Grimaldi realizzeranno prima che la primitiva basilica venga definitivamente abbattuta. Ma oltre alla decorazione musiva dell’abside di Innocenzo III, alla facciata della basilica realizzata al tempo di Gregorio IX, al celebre mosaico della Navicella opera di Giotto – tutti irrimediabilmente perduti – sono molte le testimonianze di questa fase storica, che l’attuale basilica ha “ereditato” dalla precedente, come la Porta del Filerete, il sepolcro di Sisto IV, il San Pietro bronzeo e la Pietà di Michelangelo; di questi capolavori analizzeremo la genesi e la loro originaria collocazione.

GIOVEDÌ 9 MARZO

L’architettura della nuova San Pietro da Bramante a Bernini
a cura di Alberto Tagliaferri

A metà del XV secolo papa Niccolò V concepì per la prima volta un progetto che fino ad allora era considerato un vero sacrilegio: la distruzione della veneranda basilica costantiniana, oramai in rovina e a rischio continuo di rovinosi crolli: per questo il pontefice affidò al suo architetto di fiducia Bernardo Rossellino il progetto di una nuova basilica, che però rimase allo stadio iniziale a causa della morte del pontefice. Nel 1506 fu Giulio II che ruppe gli indugi e investì Donato Bramante dell’enorme responsabilità di distruggere l’antica basilica e di avviare i lavori di un nuovo tempio a pianta centrale, che avrebbe suggellato il grande progetto di Renovaio Urbis di cui entrambi erano artefici. Alla morte del Bramante, nel 1514, gli succedettero nell’incarico di architetto della Fabbrica di San Pietro Giuliano da Sangallo, Raffaello, Fra’ Giocondo, Baldassarre Peruzzi e Antonio da Sangallo il Giovane, fin quando, nel 1546, quando il grande Michelangelo prese in mano l’immane impresa, creando una grandiosa ed essenziale struttura con pianta a croce greca sormontata da una immensa cupola ispirata a quelle del Pantheon e del Duomo di Firenze. Alla morte del Buonarroti i lavori rimasero incompiuti fino al pontificato di Sisto V, che tra il 1588 e il 1590 fece completare la cupola da Giacomo Della Porta e Domenico Fontana. All’inizio del secolo successivo Paolo V Borghese incaricò il suo architetto Carlo Maderno di prolungare la basilica trasformando la michelangiolesca croce greca in una immensa croce latina, che distrusse definitivamente la basilica costantiniana. Gian Lorenzo Bernini completò poi i lavori architettonici, con la Scala Regia e lo straordinario Colonnato, che rappresentò l’abbraccio della Chiesa universale all’umanità intera.

GIOVEDÌ 23 MARZO

L’apparato decorativo interno dal Seicento ai nostri giorni : il Paradiso di luce e marmo
a cura di Silvia De Angelis

La grande fabbrica eretta a partire da Bramante come affermazione del potere universale della Chiesa prende forma definitiva con Paolo V Borghese, diventando il perfetto ed esemplare modello della Chiesa cattolica controriformata. La pianta a croce latina ricorda la crocifissione, le colonne la forza della fede, la cupola finalmente eretta emana la luce della grazia ovunque, la più eloquente manifestazione di Dio sulla terra, vera protagonista della basilica. Una volta realizzata la struttura architettonica come uno scrigno di marmo a proteggere il vero tesoro, la tomba di San Pietro, i papi si affanneranno a completare la decorazione interna. Ecco quindi una profusione di opere d’arte, dai monumenti funebri dei papi alle pale d’altare per adornare le cappelle laterali e soprattutto l’immensa navata centrale. Il regista supremo che determinerà lo spettacolare aspetto della basilica è Gian Lorenzo Bernini. Il suo scalpello geniale trasforma la chiesa in un teatro della fede, a cominciare dalla macchina barocca della cattedra, incorniciata dal baldacchino bronzeo posto sulla tomba di Pietro, a sua volta abbracciato dai santi portatori di reliquie che sorreggono la cupola: San Longino, Sant’Andrea, Santa Veronica, Sant’Elena. Da qui si dipana l’esercito celeste che dall’alto scende a prenderci per mano, mostrandoci l’esempio di una vita per la fede, con “soldati” come San Filippo Neri e Sant’Ignazio da Loyola. Il cantiere si protrarrà fino a tutto il Settecento, diretto da Camillo Rusconi. Spiccano poi altri principi della scultura, come Thorvaldsen, Tenerani e il grande Canova. Infine le porte: Cristo è la porta, il passaggio da una dimensione a un’altra, che varchiamo da pellegrini per salire al cielo attraverso le scale di Dio e uscire rigenerati dalla Porta della Morte di Manzù, straordinaria opera così chiamata perché attraversata dai cortei funebri dei papi.

 

Gli incontri si terranno alle ore 18,00 in via Aurelia, 208, Casa Bonus Pastor (parcheggio interno, metro A Cipro, bus n. 46 e 49).
Durata delle lezioni: 3 ore

Costo per 5 lezioni: € 100,00
Pacchetto 2 seminari S. Pietro + Cappella Sistina nel ‘400: € 150,00

Data iniziativa: Febbraio-Marzo 2017