Splendori del Barocco

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Il gran teatro delle corti d’Europa

a cura di Silvia De Angelis

Un corso sul Barocco a tutto tondo dopo esserci occupati nello specifico di Roma e aver tracciato la storia dei più grandi protagonisti del Seicento italiano. Ci sembrava utile e doveroso aprire ancora di più il sipario di questo gran teatro del mondo che la cultura barocca ha creato, partendo ancora da Roma, ma stavolta puntando la lente anche sul resto d’Europa. Tre lezioni su Roma perché nel Seicento resta sempre l’incontrastata capitale delle arti, come dimostra chiaramente l’elevato numero di artisti presenti nella città eterna per affermare il loro prestigio. Tre lezioni che vedranno protagonisti i papi più influenti del Seicento romano – Urbano VIII Barberini, Innocenzo X Pamphilj e Alessandro VII Chigi – e gli artisti più famosi al loro fianco, quali Bernini, Pietro da Cortona, Borromini. Affronteremo insieme gli aspetti meno noti delle grandi committenze e i loro risvolti politici, focalizzando l’attenzione sulla complessa macchina amministrativa ed economica dello Stato pontificio: la compravendita delle cariche, le imposte, i servizi segreti, le istituzioni di carità e della Propaganda Fide, le spese per le cerimonie liturgiche e la difesa dello stato. Sposteremo quindi l’attenzione sulle grandi potenze europee, per meglio comprendere la complessità dell’ingranaggio da loro messo in moto e lo sviluppo dell’arte barocca come immagine del potere: dall’Olanda con il suo predominio sui mari alla Francia assolutista del Re Sole, per concludere con la Spagna accentratrice di Filippo IV il Grande.

Calendario degli incontri

MARTEDÌ 18 OTTOBRE
Roma, l’immagine al potere: Urbano VIII Barberini e Gian Lorenzo Bernini, lo straordinario binomio che rese l’Urbe la “Reggia del mondo”
Analizzeremo le personalità e i lati nascosti di due tra i più grandi protagonisti della storia del Barocco, la loro ambizione comune, i sogni di gloria, la megalomania tradotta in grandiosi progetti artistici e faraonici cantieri architettonici. Dietro le cortine di un pontificato teso all’esaltazione della Controriforma sveleremo il vero volto di un papa ossessionato da smanie espansionistiche, fino a causare il collasso delle finanze apostoliche, profondamente colto e appassionato di letteratura e scienza, amico di Galileo, ma segretamente superstizioso e dedito alla magia nera, tanto da seguire i riti astrologici del Campanella. Ammireremo le più grandi opere del Barocco romano – dalla Barcaccia al Baldacchino di San Pietro, fino alla Fontana dei Fiumi – da un nuovo punto di vista, secondo una prospettiva storica e politica, portando alla luce i significati nascosti dell’acuta esaltazione del potere di papa Barberini, interpretata perfettamente dal mago dell’arte secentesca: Giovan Lorenzo Bernini.

MARTEDÌ 25 OTTOBRE
Innocenzo X Pamphilj e Velázquez: l’illusione del reale
Dopo un pontificato tanto prodigo di opere d’arte e di scandali come quello di Urbano VIII, era necessario un papa-avvocato per risanare la crisi economica e placare la furia dei romani. Innocenzo X Pamphilj sembrava l’uomo giusto, finché la troppa severità e il carattere sfuggente e terribile del nuovo pontefice finì per disgustare e deludere il popolo ancora di più del suo predecessore. Indagheremo tutte le caratteristiche di questo pontificato, apparentemente austero e risanatore, in realtà profondamente nepotistico e oscurato da torbidi scandali, primo fra tutti il sospetto rapporto con la Pimpaccia, la tremenda cognata Donna Olimpia Maidalchini. Analizzeremo le committenze artistiche del pontefice cercando di ricostruirne la complessa personalità attraverso i rapporti con i singoli artisti, come brillantemente seppe fare Velázquez nel suo celebre ritratto. Cercheremo infine di svelare gli intrecci della complicata macchina pontificia che seppe governare il mondo attraverso efficienti servizi di spionaggio e mediante la compravendita di cariche, privilegi e accordi diplomatici.

MARTEDÌ 8 NOVEMBRE
Alessandro VII e Cristina di Svezia. La vita di corte a Roma e l’esaltazione del potere attraverso feste scenografiche ed eventi mondani
Alessandro VII fu il papa che più di ogni altro trasformò le ricorrenze liturgiche in cerimonie sontuose e spettacoli memorabili, uomo colto dall’aspetto gentile che doveva riscattare la brutalità e la freddezza di Innocenzo X e le nefandezze della sua corte governata da bassi pettegolezzi e da sordidi interessi economici. Il nuovo pontefice volle accanto a sé di nuovo il gran mago, l’amico di una vita, Giovan Lorenzo Bernini, per conferire a Roma un aspetto maestoso ed elegante, degno di misurarsi con la grandezza del passato e di accogliere i potenti del mondo. Proprio questo portò a progetti spettacolari come il Colonnato di San Pietro del Bernini e la Galleria Lunga del Quirinale di Pietro da Cortona, opere eseguite “con grandissima leggiadria e diletto dei riguardanti”, per accogliere e incantare gli eccelsi ospiti della corte, tra i quali la tanto desiderata e celebrata Cristina di Svezia. L’ingresso trionfale della regina, che doveva rappresentare il fiore all’occhiello della politica estera del papa e suggellare il definitivo trionfo dei cattolici sui protestanti, si rivelò invece per il Chigi un’insidiosa spina nel fianco. Analizzeremo i risvolti politici di questo proverbiale incontro/scontro tra l’affascinante e imprevedibile Cristina e il raffinato ma poco avveduto Alessandro VII.

MERCOLEDÌ 16 NOVEMBRE
Il secolo d’oro olandese: Rubens, Vermeer e Rembrandt. Le scoperte scientifiche e le mappe geografiche nei grandi dipinti dei maestri d’Oltralpe
Oltre a Roma, gran teatro del mondo e principale centro culturale del momento, esiste un’altra realtà affascinante e molto potente: la Repubblica delle Sette Provincie unite (gli attuali Paesi Bassi). Non si può capire lo sviluppo del Barocco e il potere di Roma senza analizzare la situazione politica e economica oltre le Alpi. Tanto per citare qualche dato, nel 1602 fu fondata la Compagnia Olandese delle Indie Orientali, la prima multinazionale mai creata, che ottenne il monopolio sul commercio asiatico e lo mantenne per due secoli, diventando la più grande impresa commerciale del XVII secolo.
Le spezie erano importate in gran quantità e producevano grandi profitti, grazie agli impegni e ai rischi corsi e ad una domanda che sembrava insaziabile. Nel 1609 fu fondata la Borsa di Amsterdam, un secolo prima della sua omologa inglese. A partire dal 1640 circa, la Compagnia Olandese delle Indie Orientali deteneva il monopolio del commercio con il Giappone. Questi sono solo alcuni dati che ci fanno capire come Roma fosse il termometro culturale dell’epoca, ma i Paesi Bassi costituivano la vera potenza economica europea. Benessere che si vede riflesso nella grande produzione artistica, rappresentata soprattutto dai tre geni Rubens, Vermeer e Rembrandt, i quali cambiarono per sempre il corso della storia dell’arte confrontandosi con i giganti italiani del barocco.

MARTEDÌ 22 NOVEMBRE
La Spagna e la Francia. La cattolicissima Invincibile Armata e la cristianissima Reggia del Sole: Velázquez e Poussin, il vero e il classico a confronto
Dopo Roma fucina e culla dell’arte e i Paesi Bassi centro del potere economico del mondo barocco, non poteva mancare uno sguardo sulle due superpotenze del momento: Spagna e Francia, li primi grandi stati nazionali che tessevano le sorti del mondo. Le loro corti egemoni schierate spesso una contro l’altra o impegnate in sanguinosissime guerre per l’espansione territoriale in Europa, i loro governi ossessionati dall’affermazione di un potere assoluto che sfociava nell’esaltazione di un sovrano inattaccabile, celebrato come un Dio, produssero due figure chiave della politica del Seicento: Luigi XIV – il Re Sole – e Filippo IV il Re Pianeta. Il Re Sole, con la celebre espressione “L’État c’est moi” – Lo Stato sono io – indicava i chiari intenti assolutistici del suo programma di governo, scegliendo i suoi collaboratori tra i borghesi, riducendo l’antica feudalità a “nobiltà di corte. Versailles e gli artisti che vi lavorarono esprimono perfettamente l’ambizione del re e la necessità di manifestare lo sfarzo della corte attraverso l’idea del Bello concepita come ricerca dell’antico e maestoso canone classico. Poussin fu il modello assoluto di questa ricerca che determinerà il corso dell’arte per tutto il Settecento.
La Spagna esprime la sua egemonia con il Re Pianeta, Filippo IV. All’alba della sua morte nel 1665, l’Impero spagnolo aveva raggiunto la sua massima espansione territoriale, raggiungendo la ragguardevole dimensione di 12,2 milioni di chilometri quadrati. Filippo era un appassionato collezionista, esperto di teatro e lui stesso attore, famoso soprattutto per il suo speciale rapporto con Diego Velázquez. Per glorificare la sua corte creò il Palacio del Buen Retiro, parte del quale diventerà il grande Museo del Prado di Madrid.

Gli incontri si terranno alle ore 18,00 in via Aurelia, 208, Casa Bonus Pastor (parcheggio interno, metro A Cipro, bus n. 46 e 49), durata delle lezioni: 3 ore.

Data iniziativa: Martedì 18 Ottobre 2016
Appuntamento: ore 18:00 Via Aurelia, 208, Roma, RM, Italia
Costo: per 5 lezioni: € 100,00